il tempo è sempre una vigilia. Come oggi. Come domani. Come sempre.
Ma lo dimentichiamo sistematicamente credendo così di vivere meglio.
Non mi ricordo più chi mi ha insegnato questo trucco. E a sua volta quello da chi lo avesse appreso. Certo non sto bene dentro questo espediente, questa sorta di oblio cosciente con cui commentiamo ogni singolo gesto ed evento che a me, che a noi si interseca. Toglie coraggio questa prospettiva cieca e, con il coraggio, toglie visioni. Meglio sarebbe tenersi le vigilie tutti i giorni ogni giorno ogni ora. Non perchè a uno gli debba fondere il cervello con il pensiero di una catastrofe appena aperta la porta di casa ma perchè la funzione del nostro tragitto terrestre sta in una consapevolezza che non giunge mai a maturazione, lasciando il nostro frutto sull'albero per sempre acerbo. Se l'ape non viene a impollinare il fiore quello abortisce in un frutto che non svela mai più il suo sapore la sua polpa il suo colore la sua bellezza. Siamo al mondo perchè la mano, una mano qualunque, un giorno ci colga. E una bocca, una qualunque, sappia di noi qualcosa che noi di noi stessi non sapremo mai.
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