domenica 31 gennaio 2010
ritrovarsi:qui
due finestre stamattina aperte davanti a me. Quella di fronte al mio computer e quella che mi ha spalancato Agata ieri, d'improvviso. Uno sbattere di porte, come prima di un temporale. Agata entra nella mia giornata e mi dice, mi scrive, una mail asciutta come la povertà e dolce come il profumo della rosa. Attraverso la sua finestra vedo me che scrivo qualcosa che emoziona che si apre una strada che prima non c’era e su quella strada altri vanno. Vengono e vanno in silenzio spesso. Togliendosi le scarpe. C’è un silenzio qui che non è solo il mio, è quello dei numerosi ospiti di questo luogo che invece di parlare e parlare e parlare, grande e vero e unico sport nazionale, stanno in ascolto. Mi cercano mentre cerco me stessa sulla pagina bianca. Si cercano mentre mi cerco. Anche dio mi cerca. Lui non sulla pagina bianca; non stamattina. Lui dalla finestra che mi sta di fronte. Il cielo nel frattempo si è fatto chiaro e lui, dio, si sbraccia si sgola e sta cambiando colore alle nuvole continuamente per farsi notare, per richiamare la mia attenzione. E io lo ascolto sì lo guardo pure, ma è con Agata che sto. Solo se chiami anche lei, se pronunci il suo nome, sono disposta ad ammettere che quelle nuvole lunghe quelle nuvole lente, anzi immobili, definitivamente ferme in cielo, solo l’abbaiare di un cane lontano mi induce a sentire che il tempo esiste e sta scorrendo, sono per Agata e per me.
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