lunedì 10 maggio 2010
ogni ora è la mia ora
ieri a messa padre Gianni, un padre comboniano, ci chiedeva durante l'omelia cosa nella pratica religiosa, nell'istituzione Chiesa, ci è di inciampo per vivere fluentemente la nostra religiosità. Io ho risposto la confessione. Perchè, mi ha chiesto di argomentare padre Gianni, perchè davanti a me spesso ho sacerdoti che non hanno quella libertà di pensiero con cui vorrei confrontarmi, ma mi oppongono un muro di parole svuotate di senso. Non è importante quello che poi lui mi ha risposto, un pò non l'ho capito un pò credo non mi abbia veramente risposto, è importante che quella messa del pomeriggio alle 19 sia viva; quel padre cerca di portare dio vicino a ognuno di noi, di accorciare le distanze. Tornando a casa mi venivano in mente le parole dell'amico Franco Maiorano, sempre lui, prega, pregate per la conversione dei preti. La risposta più corretta da dare a padre Gianni sarebbe stata piuttosto, sono i preti a creare inciampo rallentamento incredulità formule prive di senso. E se comincio a scrivere di Chiesa è perchè Chiesa sono anch'io. Perchè tutto abbiamo delegato agli altri, e su sempre meno cose esercitiamo alleniamo cerchiamo la sapienza. Come si fa a ricominciare daccapo a quarantanove anni quattro mesi e sedici giorni? Perchè ho questo secondo qui, questo minuto qui, questo spazio qui: un nido dove vengo a portare il cibo a me stessa, e dunque sono ricca di qualcosa. Da qualche parte uno deve pure cominciare.
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