in vendita:
la mia spina dorsale di parole
2009
36 x 72
Le mie vertebre
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A me, e solo di me voglio parlare, alla mia vita personale è mancato l’amore per me stessa. Quello che ti aiuta a tirare fuori ciò che sta sepolto, sotto un numero ormai infinito di giorni di calendario dacchè sono nata, il dono che dobbiamo compiere per compierci. Perché se anche quei giorni li riuscissi a contare facendo una moltiplicazione, essi comunque hanno al loro interno altre stanze altri corridoi, i sogni sognati la notte e i luoghi dove ci hanno portato e le persone a cui ci hanno portato. E l’adattamento a cui ci siamo, volontariamente, sottoposti. Per paura di vivere, per paura di morire, piuttosto. Di morire da soli. Ma questo ostacolo non può adesso continuare ad agire più; perché esso intossica ogni relazione la chiude alla parità al confronto frontale ai bisogni nel momento in cui essi si manifestano. Perché allora, in quel momento, devi dargli spazio. Ecco come faccio adesso a resistere ai giorni più difficili della mia vita, non ne so altri eppure ce ne sono stati altri nel tempo già vissuto. Quel tempo è blindato. Non ci si più entrare dentro. Per cambiarlo dico. Esso è stato. Oggi tocca rialzarsi da terra, e poggiarsi, io per me, sulla mia spina dorsale di parole. Esse sono la mia sola possibilità di tornare in piedi poggiando su me stessa; non più su un altro.
I miei figli, potranno così anche loro, poggiarsi su di me. E gli amici se e come e quando lo vorranno. Come io oggi, già, che grande dono per la mia vita, mi poggio sulla sorella sugli amici a me più cari al mondo; che hanno imparato prima di me, a stare al mondo sulla loro spiana dorsale. Ognuno ha la sua. E io oggi, la mia. Eccola. E’ fatta con ventuno lettere dell’alfabeto. Sai, sono le mie vertebre.
12 gennaio 2012
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